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l'opportunità di regolarizzare, rispetto al numero dei figli, la spontaneità procreatrice prevenendo — col mezzo o coi mezzi innocui, semplici e sicuri che certamente essi non ignorano ma dei quali si ostinano a negare la esistenza — quelle gestazioni che poi essi stessi non esitano a interrompere nei casi di controindicazione fisiologica, per esempio. Non è più semplice insegnare a un’ammalata di cardiopatia, di tubercolosi, di avaria costituzionale, semplicemente minacciata da una di codeste ereditarietà quasi sicuramente trasmessibile ai figli il mezzo di evitare il concepimento, anziché intervenire a concepimento avvenuto per interrompere la gestazione? Qualche ostetrico lo fa. E se la cosa è possibile in questi casi di assoluta controindicazione, perchè non si potrebbe estendere l'insegnamento a tutte le donne che lo richiedessero per ragioni di opportunità esorbitanti dalle condizioni fisiche e delle quali esse sole possono essere giudici?

Se il neo-malthusianismo dicesse a tutte le donne: Non fate più figli — i ginecologi avrebbero diritto d’insorgere in nome della necessità della completa esplicazione della funzione materna in linea fisiologica. Ma nessuno vorrà sostenere che — a parte qualche solitaria ec-