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tuali e morali della Francia, floridissime quelle, fulgide ed elevatissime queste.
Ma v’ha di più. La Francia, non solo non dà segno di voler annuire alla crociata pro fecondità bandita dai fanatici della procreazione, ma proprio di questi giorni ha levato la voce a gridare che di famiglie numerose essa ne conta anche troppe e che le condizioni economiche di queste famiglie sono tali da esigere l’intervento dello Stato per far fronte alla necessità.
Di questa conclusione, poco confortante nei riguardi della propaganda pro fecondità si è fatto interprete il capitano Maire, un bravissimo ufficiale che, avendo avuto la fortuna o la disgrazia d’avere undici figliuoli e sapendo per esperienza che cosa significhi nella realtà il dovere quotidiano di nutrire tredici bocche, ha accettato di mettersi alla testa della Lega dei padri di famiglie numerose sorta in Francia allo scopo di ottenere dallo Stato un sussidio annuo per ogni figlio venuto in una famiglia dopo il terzo. La Lega ragiona presso a poco così: la famiglia è la base della società e ha, verso la società che la costituisce, la missione di assicurare la perpetuità del focolare e della razza. Essa le deve uomo per uomo, più, la parte del caso, ossia tre figli; uno, per sosti-