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mostrarsi docile al prescelto signore e padrone, a inchinarsi sommesse e rassegnate a un fato nebulosamente annunziato con parole che facevano battere di trepidazione i piccoli cuori amanti e sgomenti senza riuscire a svelare il mistero.

Povere bimbe e povere mamme! Le prime, attraverso le parole oscure, sentivano come l'allarme di un pericolo: in pieno sogno, avviate verso un paese nuovo tutto d oro, abitato dalla felicità, venivano bruscamente soffermate sul limitare del nuovo regno dalla severa e trepida parola materna misteriosa che le metteva in guardia. Che c’era oltre la soglia del paese del sogno? una delusione? una lotta? un pericolo? il drago dalle sette teste custode geloso dei castelli fatati?

Nulla esse riuscivano a sapere, nulla a immaginare, neppure lo sforzo che le parole vaghe e l'allarme sibillino costavano alle ritrose labbra materne per la prima volta esitanti di fronte a un dovere... Che momento penoso era quello, povere madri! tutta la loro cura sino a quel giorno, era stata spesa nel nascondere agli occhi ingenui e purissimi della loro creatura qualsiasi realtà che potesse turbarne la limpidezza serena, e adesso, toccava alle loro mani