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alla sua depressione ed allontanare per sempre i suoi trabocchi in città ed all’incanalamento delle acque putride e pluviali della città medesima.

Ho di sopra accennato che una delle cause che produce le alluvioni in Firenze, è il rialzamento dell’ Arno nel tronco che la traversa. Vorrei che ciò non fosse, vorrei potere non dividere la mia opinione con quelle dei nostri primi precettori della scenza idraulica, ma come non trovarsi stretti dalle ragioni che ne adduce in conferma il celebre Viviani, segnatamente nel suo discorso al Serenissimo Granduca Cosimo III, intorno al difendersi dai riempimenti e corrosioni dei fiumi, applicate all’Arno in vicinanza della nostra città? Come non curare le osservazioni fatte in proposito da Cornelio Mayer unitamente al Viviani medesimo nella loro relazione allo stesso Cosimo III, data dell’anno 1680? Quelle pure dell’architetto Buontalenti confermate dal Padre Grandi nella sua relazione de' 30 settembre 1735? Quelle del matematico Perelli nel suo discorso ai Deputati dell’Arno in occasione della visita eseguita in quel fiume nel 1740, e di molti altri versatissimi nella scenza delle acque, che parmi superfluo ricordare?

Non mi permetterò asserire che l’alveo dell’Arno entro Firenze siasi notabilmente elevato di letto quando è compreso tra due confini che sono le pescaje di S. Niccolò, e quella d’Ognissanti; ma se vero sia che la cresta, o capezzata di quest’ultima che nel 1803 fu tentato rialzare, sia stata effettivamente rialzata da