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ti consigli. La più giovano forni allegramente uno dei primi capitali dell’impresa, dicendo che ella s’incaricava di pro- vare matematicamente, che le donne intieramente virtuose erano esseri ragionevoli.

Tornato a casa, l’autore disse al suo demone: Vieni; sono pronto 1 Firmiamo il patto I — U demonio non tornò più.

Se r autore scrive qui la biografìa del suo libro, non è per alcuna ispirazione di vanagloria. Egli racconta fatti che potranno servire alla storia del pensiero umano, e che spie- gheranno senza dubbio il lavoro stesso. Non è forse indiffe- rente a certi notomisti del pensiero, il sapere che 1’ anima è donna. Quindi, mentre 1’ autore si proibiva di pensare al libro che doveva comporre, il libro si mostrava dappertutto. Egli ne trovava una pagina sul letto d’un malato, un’altra firn canapè d’uno spogliatojo. Gli sguardi delle donne, quan- do volteggiavano trascinate da un valzer, gli gettavano i pensieri; un gesto, una parola, fecondavano il suo sdegnoso cervello. — U giorno in cui egli ha detto : Quest’ opera ohe mi perseguita si farai... tutto è fuggito, e, come i tre belgi, trovò uno scheletro, là dove si curvava per raccogliere un tesoro.

Una dolce e pallida figura successe al demone tentato- re : ella aveva maniere obbliganti e molta bonomia ; le sue rimostranze erano sguernite delle punte acute della critica; prodigava più parole che idee, e pareva avesse paura del rumore. Era forse il genio famigliare degli onorevoli depu- tati che siedono al centro della Camera.

— Non è meglio — essa diceva — lasciar le cose come stanno ? Vanno dunque tanto male ? Bisogna credere al ma- trimonio come all’immortalità dell’anima; e voi non fate certamente un libro per vantare la felicità coniugale. D’al- tronde, concluderete indubbiamente secondo ciò che avrete veduto in un migliajo di famiglie parigine, le quali non sono che eccezioni. Voi troverete forse dei mariti disposti ad ab- bandonarvi le loro mogli ; ma nessun figlio vi abbandonerà sua madre.... Qualche persona, ferita dalle opinioni che pro- fesserete, sospetterà i vostri costumi, calunnierà le vostre ■ _ intenzioni. Finalmente, per giungere alle scrofole sociali,

bisogna esser re, o per lo meno primo console. ~ ^ Quantunque ella apparisse sotto la forma che poteva piacer di più all’autore, la ragione non fu punto ascoltata; t perchè da lontano la follia agitava lo scettro di Panurgio, e f voleva impadronirsene ; ma quando tentò di prenderlo, trovò t ohe era tanto peso quanto la clava d’Ercole; d’altronde il j curato di Meuoon, l’aveva guernito in modo che un giovi- t netto, ohe si cura meno di fare un buon libro, che d’esser i bene inguantato, non poteva assolutamente toccarlo. [ — La nostra opera è finita? — dimandò la più giovine

\ delle due complici dell’ autore. — Ohimè I signora — mi ri- f compenserete voi di tutti gli odii che potrei aoW^N^x^ ^q\y\»\:^