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nella storia e in dante 67

città nostra, P « Agna mansueta», che in tante regioni di mondo scolpita sulle fac- ciate de' fondachi dei nostri mercatanti, essa e l'Aquila d' oro di Calimala attestavano la grandezza di Firenze artigiana. Quella grandezza è passata; mai simboli di essa, i vessilli delle Arti, de' quali si allegrò per le vie di Firenze, nella pri- mavera dell'unità nazionale, compiono ap- punto otto lustri, il secentenario natalizio di Dante; e che il Comune alla rinnovata perpetua lettura del Massimo fra gli Ar- tieri fiorentini, ebbe assegnati come il più degno ornamento; que' sacri simboli di la- voro e di pace, sopravvivono alle loro cor- porazioni, destinati a guidare verso l'av- venire P umanità travagliata. L' « Agna mansueta e gentile », sulle mura di questo Palagio che Dante oggi fa suo, ebbe da quelli Artieri, forse non senza mistero, dop- pia identica figurazione: dal lato donde il