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commercio, consorterie, clientele; e da ciò tutto, la città e lo stato di Firenze artigiana. Incominciano i Velluti, nella prima metà del secolo XIII, appiè della pendice su cui oggi sorge Pitti regale, incominciano a «fare alcuna mercanzia, tenere alcuno fondaco» nel Borgo di sa’ Iacopo; poi a edificare in terreni «non accasati, anzi orti» .11 luogo si chiama Casellina, e Santo Spirito in Casellina una chiesicciuola fra que’ campi smarrita, che di lì a due secoli sarà il Santo Spirito delBrunellesco. Fabbricano, «multiplicano in avere e persone» (mi valgo, lo avete già sentito, dell’autentica parola di loro, come s’è’ raccontassero a Voi oggi), e poi «viene volontà» a un di loro, Bonaccorso di Piero, «di abitare meglio, e fare altrove fondaco»: e comperano terreno verso la via maggiore che muove dall’Arno, dove presto s’inarcherà il ponte di santa Trinità: e mutano, non senza orgoglio di buoni mercatanti, la loro ragion mercantile «Bonaccorso Velluti