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48 Firenze sotterranea

bati: le mura son tutte buche, scortecciate, cadenti.

Entrate per corridoi così stretti, che allargando le braccia, i gomiti toccano le pareti: pareti viscose, così nere, che metton ribrezzo, e, benché neirinterno della casa, camminate su un pavi mento dove il sudiciume è ammozzolato, e che sentite sotto il piede ineguale, dove alto e dove basso. In giorni di pioggia que’ foschi corridoi diventan pozzanghere. Il soffitto è appena all’altezza d’un uomo di statura ordinaria. Qua e là porticine misteriose; piccine, piccine, nascose in certi svolti, che fanno le pareti immonde: porticine, che si direbbero gingilli di casine da ragazzi. Una donna grassa, una di quelle vegete mercatine, che fioriscono a gloria della linea curva in certi centri della città, non potrebbe far passare da quegli uscetti le sue grazie abbondanti, nè troverebbe modo di passarvi un pingue omaccione. Ma de’molti ladri, ch’io ho veduti, tutti son fini, svelti, nervosi: d’una sveltezza e vivacità senza pari.

Le casipole son divise in quartieri di una o due stanze. Se guardate di fuori, que’ tugurii hanno aspetto di doversi sfasciare a ogni mo mento e cascar nella strada in mucchi di calci-