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20 Firenze sotterranea

litti, di un’abiezione, che cresce e si propaga per modi misteriosi, di un male che serpeggia tra noi, senza che ne siamo accorti, di un grande pericolo che ci minaccia!...

Firenze suol esser chiamata bella, gentile, città dei sorrisi e de’ fiori; ma nessuno penserebbe che qui sono così putride cloache nelle quali si ammassano esseri umani; fiori che spuntano soltanto da immondezzai, e che avvelenano. Abbiamo luoghi remoti, sordidi, scuri, dove la pianta uomo nasce, sviluppa, vigoreggia attossicata, senza sole, e in aria infetta.... abbiamo quasi una piccola città entro la grande città ove le anime si perdono, spente della luce morale; luce di fede, di rettitudine, d’amore.

Chi crederebbe che entro Firenze, la città molle, vezzosa, che ha per tutto levato grido di miti e dolci costumi, è una Firenze dove stanno in combutta il sicario e il ladro, l’assassino negl’intervalli in cui esce dalle galere, e il lenone, il maruffino abietto e atroce? Siete voi andato mai in quegli antri, in quelle tane, per que’ sotterranei, dove la notte le pareti formicolano d’insetti, dove il soffitto è così basso, che è impossibile a un uomo di giusta statura entrare lì senza curvarsi, e dove su putridi giacigli si scambiano