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6 Firenze sotterranea

maligni soltanto perchè mal sapevano quello su cui sentenziavano a loro posta, e col pieno diritto, che ha ogni lettore. Nè chi va tra la gente può sempre e da tutti aspettarsi bene.

Mi si apponeva d’aver esagerato: di aver caricato le tinte (con quale scopo?...) di essermi lasciato pigliare dalla vecchia manìa, che io ho (dicono) di voler mettere attorno al sostantivo, perchè faccia miglior vista, schiere di aggettivi, uno più forte e rilevato dell’altro, rumorosi, come ragazzi che sguscino fuori dalla scuola, o scoppiettanti a mo’ di piccoli razzi.

E pure io avea detto il vero e, si creda, con forma assai mite, come tutti oggi me ne rendon giustizia, in proporzione del vero. La Firenze sotterranea da me disvelata recò un certo stupore, e ha levato un certo rumore: ed io me lo aspettava: non si palesano impunemente verità spiacenti, nè si combattono pregiudizii.

M’hanno dato perfino taccia di screditare la città, come se il medico, che studia il malato, e dice a’ suoi più cari il nome della vituperosa malattia che lo contamina, disonorasse la famiglia!

Il vento si porta le ciancie, e le verità restano: e questo è il conforto di chi cerca e di chi scrive la verità. Io ho avuto un conforto maggiore: