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4 Firenze sotterranea

con le lacrime agli occhi, rimpiangendo i loschi tugurii che abbandonavano.

— Si stava qui tanto bene! — E notate, che stavano fra sgrondi e scoli d’acqua putrida, su pavimenti melmosi, in mezzo a pareti nericanti, fra un brulicame d’insetti.

Ma stavano bene, poichè si trovavano in luogo dal quale potevano facilmente balzare in ogni più frequentata strada della città: agevole e pronto riparo a oggetti trafugati, a persone inseguìte.

Scomodava a molti di loro andarsene in campagna, ne’ sobborghi, slontanarsi dal teatro delle loro gesta: ad altri sapeva male veder sgominata un’antica connivenza.

Non tocco di poverissime famiglie israelite, i cui antenati avean vissuto per quelli androni, oggi divenuti scannatoi orrendi; e che se ne stavano assai paghe lì vicino, dove furono le loro scuole, la Biblioteca, anch’essa portata via in questi giorni dal Ghetto.

Dov’è ora andata tutta questa gente?

Una parte si è rifuggita pei vicoli del Vecchio Mercato, che pur debbono esser demoliti: un’altra è corsa fino nelle peggiori strade del quartiere di San Frediano, che già mostrammo