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Proemio xxxi

sante sul suolo. Ma chi scrive di certi argomenti ha un obietto: essere utile. Ora con questo libro io detti una battaglia, che finì con la vittoria; non dico, fu una piccola vittoria. Ma la lotta per la civiltà ha i suoi illustri capitani e i suoi umili soldati.

Il più puro obietto dell’uomo è di lasciare il mondo un po’ migliore di quello che l’ha trovato; un libro che giova risponde a tale obietto, lo scrittore può esser pago di aver recato il suo atomo qual contributo, sia pur minimo, alla umana felicità.

Molti di coloro che pensano, oggi trepidano e soffrono, nel cercare i rimedii a sventure, a degradazioni, a miserie, che non sono irreparabili, la cui fine può esser soltanto nel promuovere, per varie vie, fervidamente, costantemente, la universale unione d’amore fra gli uomini. Al ravvivarsi di questa fiamma, il sentimento fraterno, le tenebre, spariranno.

E a coloro che pensano, e vigilano, e si adoperano, in una angoscia, che deve esser feconda, io dico: — I vostri dolori sono una affermazione; io piango con voi ciò che voi piangete; ciò che voi sperate, io l’attendo! —

Firenze, dicembre 1899.

Jarro.