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Firenze sotterranea 207

culenta, altri attaccati alla gonnella pubblica delle loro madri. Questi fanciulli de’ due sessi sono lasciati dalle tristi persone che li conducono alle porte dei caffè, delle trattorie, delle osterie ed anche delle più sozze taverne. Essi entrano, offrono a tutti una scatola di fiammiferi, una noce dorata coi numeri per vincere al lotto, offrono a tutti la vista della loro immensa miseria, della loro inconsapevole degradazione. Passano così da un tavolino all’altro, dalla compassione, dalla pietà degli uni, agli scherzi, ai motteggi, all’insolente parlare degli altri; c’è chi dà loro uno, due, tre soldi; c’è chi si contenta soltanto d’ingiuriarli! È incredibile questa forza cinica che hanno certi mascalzoni d’insultare la sventura!

I bambini trascorrono così le notti senza dormire; sono visibili in essi, nella gracilità di quei corpicini deformati dalle privazioni e dalle fatiche precoci, i segni d’una grande stanchezza. Non solo non dormono, ma entrano ed escono dalla umidità, dal freddo, dall’oscurità della strada alla luce viva, all’atmosfera riscaldata dei caffè, delle trattorie: questo fisicamente: moralmente stanno fra le oscenità che gettano loro i ribaldi e gli spensierati e le bestemmie, il linguaggio da proseneti delle belve che li dovrebbero educare. I più di essi vendono