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206 Firenze sotterranea


Una terza sera, infine, ho veduto un uomo robusto, che percoteva contro il muro una bambina. All’avvicinarsi di alcuni cittadini, l’uomo fuggì, la bambina voleva fuggire, ma cadde; aveva già un braccio fratturato!...

Tali scene, egregio, signore, si ripetono di sovente, come certo Lei non ignora, nella gentile Firenze, con grande oltraggio di ogni sentimento d’umanità, con immenso sfregio per noi.

Io non sono uno di quegli arrovellanti, che ogni mattina vorrebbero mangiarsi vivo un questore, o che pare non possono andare a tavola senza aver sul piatto una fetta di guardia di pubblica sicurezza, una costola di municipio, o un filetto di prefetto....

Ho bisogno che cooperiamo, che ci uniamo tutti ad un nobile fine; ho bisogno per una mezz’ora del silenzio di ogni disputa partigiana, affinchè in questo silenzio sieno udite voci esili, piene di lacrime de’ miei protetti, e prorompa alto l’accento del cuore.

Nelle ore notturne Firenze offre un sinistro spettacolo; una processione di fanciulli dei due sessi, dai quattro ai sei anni, pallidi, emaciati, contraffatti, coperti di stracci, alcuni condotti per mano da omaccioni di fisonomia accigliata e tru-