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Firenze sotterranea 183


Laggiù, come in certi vicoli del Mercato, se l'opera degli uomini non soccorra pronta, il tempo farà da sè. Non volete presto metter mano a ripulire, a riedificare? Molte di quelle casupole rovineranno: alcune sono già mezzo rovinate. Di là d’Arno i padroni di certe catapecchie da anni non si fanno più vedere. Ve ne sono di quelle dove abitano quattro, cinque famiglie di ladri. Ma di ciò vi ho già discorso ad esuberanza.

Nel quartiere di oltr’Arno due sono le proposte. I tugurii, che fiancheggiano quattro o cinque delle peggiori strade non hanno alcun valore: non stanno più ritti: sono mezzo franati, senza affissi, senza pavimenti; il marciume, il soprassello di materie immonde li rendono inabitabili; non vi si può andare senza empirsi di insetti: gl’insetti vi sono in tal numero, che nelle notti di estate uomini, donne, bambini, stesi tutti insieme sui giacigli, urlano dallo spasimo. Io ne ho fatta una esperienza, di cui non posso dimenticarmi! L’amore del realismo per poco non mi è costato assai caro. Mi sono trovato possessore di una tal quantità di documenti, da sodisfare il naturalista più arrabbiato. Ce n’era da empire un archivio municipale. Tutte le acque lustrali sono appena sufficienti a tergervi. Le stesse guardie di pub-