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170 Firenze sotterranea

lizia e sospiro delle bambinaie, che tennero in grembo i nostri padri e i nostri avoli.

Egli ricorda, tutto lieto, i passati splendori: i tempi nei quali gittava in aria la mazza dal pomo lucido, ammaiata di cordoni colorati, e la ripigliava con singolare agilità, marciando dinanzi al reggimento. Ora costui, caduto in miseria, se n’andò nel Ghetto a cercare un riparo, gli fu domandato quanto poteva pagar di pigione: non poteva offrire al padrone di casa più di un franco e mezzo. Gli fu proposta allora una stanzetta in piazza della Fonte: ci andò, ma si accorse di un guaio, egli era più alto della stanza! Come fare? Risolvettero di scavare nel mezzo della stanza una buca: fu scavata: e il Franzini, quando ha aperto l’uscio della sua abitazione, dalla soglia allunga un piede nella buca, poi l’altro: e così entra e può stare in casa sua, senza chinarsi.

Ma singolarissimo è ciò che accadde al tornitore David Chimenti, giovane di gran cuore, tipo di onesto popolano, fregiato di medaglie per atti di coraggio da lui compiuti. Egli ha in piazza della Fonte la sua bottega. Or è qualche tempo, un giorno dopo colazione, seduto su uno sgabello, guardava verso una certa