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156 Firenze sotterranea


È liscio, roseo, piuttosto grasso: usa alle chiese: si mette il fazzoletto sotto le ginocchia, cava fuori la corona. Così crede ingannare altrui. E per un pezzo si è salvato. Questo devoto è famoso per fabbricare chiavi false.... come le sue preghiere: non solo è manutengolo, ma ruba egli stesso.

Ve ne sono di scaltrissimi: molti manutengoli e ladri hanno un ingegno, che vólto ad altro uso, avrebbe dato singolarissimi effetti.

Si battono in una lotta implacabile di strattagemmi, di furberie, di doppiezze con la Polizia. Un manutengolo è stato sottoposto diciassette volte a processo: ha avuto l’abilità di uscirne con diciassette assoluzioni. Finalmente è rimasto al laccio! Ma ripensate l’energia, l’acume, la feracità di trovati, che egli ha dispiegato.

Ci sono poi le spie. Bisogna dire che sono rare. Il ladro è bisognoso, poverissimo: quasi sempre affamato. L’ozio, il vizio, la pessima educazione, per la quale centinaia di famiglie si trasmettono il delitto, sono fomite della sua miseria. Ma procurarsi denaro col tradire i compagni gli ripugna. Hanno un peculiare modo d’intendere l’onore. Ciò accade anche in certe tribù selvagge. Rubare, specialmente con ispirito, e con impunità, è cosa di cui menano vanto: procacciarsi denaro,