Pagina:Firenze sotterranea - appunti, ricordi, descrizioni, bozzetti (IA gri 33125010316723).pdf/19


Proemio xv

non siete morti, ma siete in una tomba, estranei ormai a tutto ciò che di più puro illumina la ragione e vibra nelle anime....

Nella Prefazione che posi alla terza edizione di questo libro (1885), ho accennato le accuse che gli si mossero.

Ormai che n’è di queste accuse? Ciò ch’è domani del fango d’oggi. Diventato polvere, si dissipa....

Gl’insultatori non sanno quello che dicono: per essere responsabili, dovrebbero essere intelligenti. Alcuni si chiudono gli occhi, e poi negano la luce!

Ma è bene il lasciare che gridino certi artefici d’ignominie. La loro ingiuria si difende per la sua bassezza. L’annullamento di zero è impossibile. Il calunniatore, in fondo, stima il calunniato, che invidia: la calunnia soffre, muore per lo sdegno: aspira all’onore di una smentita: non gliela concedete. Schiaffeggiare il calunniatore proverebbe che ci si accorge di lui. Egli mostrerebbe la ignobile gota calda, dicendo: — Dunque esisto! —