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Firenze sotterranea 145

con lui. Il maestro sedette, ma fece un cenno a’ ragazzi. Ammiccava loro una tasca dalla quale si vedeva sbucare la còcca d’un portafogli. I bambini, un dopo l’altro, fecer ressa al contadino: cominciarono, a dar vista di volersi baloccare con lui: poi io li scorsi uno prendere il portafoglio, l’altro il fagottino, e passarlo agli altri due, che lo gettarono vicino al ripostiglio, dove la mia guida tremava di vederci scoperti.

E infatti partimmo subito. Aveva veduto abbastanza. Le due facce ignobili del maestro di ladri, del ladro che faceva da contadino, non scorderò mai.

— Il finto contadino — mi disse la mia guida

— si è lasciato rubare, e non ha detto nulla, perchè i bambini lo hanno rubato bene, senza urtarlo, e crede che in una occasione equivalente, che aspettano, si condurranno a meraviglia. I bambini non lo conoscono e quindi hanno già dato prova di sangue freddo: essi credevano proprio di rubare ad un avventore dell’osteria!... Del rimanente il portafogli, che hanno gettato vicino a noi, è vuoto; e le dirò che è un oggetto, rubato forse stamani per questo esperimento! —

Infatti, il portafogli era nuovo. Più tardi, in quella sera, vidi l’interno dell’oste-

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