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Firenze sotterranea 143

ordinanza lungo la scala fino all’uscio, dal quale s’entra nella casa.

Sentono i giuocatori arrapinarsi, vociare, il tintinnìo dei soldi; ad un tratto un passo si avvicina, il chiavistello cigola negli anelli: la porta si apre e si fa sulla scala un manigoldo.

Subito è acciuffato dagli agenti, che vogliono entrare. Ma il padrone del raddotto li ha adocchiati e corre a scavezzacollo per chiuder la porta. Allora, prima che avesse tirato di nuovo il chiavistello, due guardie abbattevano la porta con calci sonori, ed entravano tutte insieme. Sequestravano i denari, le carte, arrestavano alcuni de’ giuocatori.

Oggi nella casa si giuoca come prima: io stesso una notte ho sentito i rumori, avvicinandomi in un punto con ogni cautela. La Polizia non ha mezzi, nè uomini per far tutte le sere una sorpresa!

Le nostre leggi di Pubblica Sicurezza sono tali, che obbligano la Polizia a star sempre sulle intese, a menar la vita più arrovellata, a sorvegliare centinaia di vagabondi, di tristi, i quali devono godere anch’essi della libertà, e a cui non dovrebbe neppur esser permesso di dimorare in città come Firenze.

Mandate alle isole, alle colonie, al lavoro i va-