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130 Firenze sotterranea

che hanno fatto, da poco, o stanno per fare qualche marachella, e credono voi gli abbiate scoperti e siate sul punto di coglierli, o gli vogliate scuoprire. Operano male sempre e sempre hanno paura. Una sera il famoso ladro C.... mi aveva dunque promesso farmi vedere una scuola di borsaiuoli.

Fissammo la sera: lo incontrai all’ora indicata. Per tre sere, a distanza l’una dall’altra di non breve spazio di tempo, lo trovai confuso, imbarazzato. Non si poteva.... credeva compromettersi.... non voleva arrischiare me e sè in una brutta avventura: pazientassi.

La quarta sera mi venne incontro tutto raggiante, appena mi vide; mi disse: — Questa è proprio la serata. Andiamo! — Erano circa le nove.

— E questo corbello? — dissi io, accennando un grosso corbello, che faceva dondolare da una funicella, che si era attorta alla mano destra.

— Il corbello l’ho preso ora qui da una botteguccia in prestito (così almeno mi disse) col cappello che ci è dentro. —

Ci era un cappellaccio, a tese larghissime, di paglia nera.