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128 Firenze sotterranea

mestiere di spazzaturaio, è il drudo di una donna cupa, fosca, specie di Lucrezia Borgia da brago, di pelle scura, e appena mezzo coperta di stracci neri.

— Quanti siamo? — risponde il bieco proprietario del raddotto immondo, allungando verso noi la sua faccia scialba, i suoi occhi biancastri (veri occhi di ladro) e la sua testa aguzza di rettile. — Di noialtri siamo nove! —

Noialtri! La parola fu detta in tuono altezzoso, con piglio quasi di vanto. Avea quasi sembiante di voler dire: noialtri: i pregiudicati, gli ammoniti, gli spregiatori delle vostre leggi, della vostra potenza: noialtri, che facciamo scede della vostra autorità: che siamo in aperta ribellione con voi.... e non ce ne duole!

Noialtri! fu detto in modo da giustificare il sentimento, che essi tutti provan di sè: un sentimento di esser vittime, perseguitati da una società iniqua, che sfidano, e di cui ridono, eziandio, nei momenti in cui li ferisce nel modo più crudele. Sono cinici! Diogene Laerzio potrebbe aggiungere una pagina al suo piccolo, arguto libro.

Scendendo, ci abbattiamo, per la lunga fila di scale, in altro ammonito.