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Firenze sotterranea 127

gnotta di pane, di una coperta, di un vestito, di polli, ecc. Rubano dunque per cuoprirsi e per mangiare; rubano molti, specialmente, per avere dove ricoverarsi, come vi proverò più tardi.

Con tanta carità ospitaliera, il pregiudicato, il ladro, che ha scontato la pena non trova dove dormire, dove ripararsi senza pagare; e non ha nessun mezzo di pagare; or ora vi proverò l’anomalia di tale condizione.

Rettori di Stati, più provvidi, e a suo tèmpo il dimostrerò, ci aveano già pensato. Siete tornati addietro: e non soltanto in questa, ma altresì in molte altre cose buone.

Torno un po’ addietro anch’io — onde m’ero partito.

I ladri, i pregiudicati, gli ammoniti vedono di mal occhio chiunque voglia avvicinarsi a loro: scrutare i loro pensieri e le loro abitudini. Che uno sia ladro, briccone, e sarà ben accolto; esser galantuomo è una colpa, o una debolezza, che eccita almeno il loro disprezzo.

Un giorno, io entrava con un brigadiere in una di quelle moféte, che si chiamano alberghi del Ghetto.

— Quanti siete ora qui a dormire? — domandò l’ufficiale della Polizia al notissimo ladro, che fa