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XII Firenze sotterranea


Nel sostenere il diritto dei deboli.

I piccoli debbono esser sacri ai grandi, i quali intendano come ciò che piange e soffre nell’individuo sanguini poi nel consorzio civile.

Chi soffre oggi e s’agita e si ribella - e i nostri occhi ne vider più volte le cause ineffabili, velati di lacrime - non prepara una rivoluzione, prepara una liberazione!

Come dicevo anni or sono nel mio libro che ora si ristampa e che è ormai diventato un documento di storia dell’uomo — voi foste troppo incuranti di chi soffriva, voi lasciaste troppo che l’infelice e il malvagio si trovassero riuniti in un solo vincolo per la vostra mancanza di equità: — tutti e due irritati, più o meno a torto, di ciò ch’è un’ignominia sociale: il vostro abbandono.

L’uomo malvagio ha per collaboratore fatale l’uomo derelitto, spinto alla disperazione. Certi infelici, nella mancanza di provvidenza sociale, arrivano a dubitare sin della provvidenza divina: doppiamente infelici, poichè non vedono che un raggio dell’infinito risplende sopra tutti gli abissi! Dio è il grande consolatore dell’uomo. Il mondo è oggi, in parte, nelle tenebre, perchè brancola, senza esser più guidato da criteri supremi: — voi volete che i cuori muoiano, poichè gli avete allon-