Pagina:Firenze sotterranea - appunti, ricordi, descrizioni, bozzetti (IA gri 33125010316723).pdf/150

114 Firenze sotterranea

in quelle gemonie. E pure in quel tanfo, in quella muffa, su que’ giacigli purulenti, vivevano varie persone, scialbe, scrofolose, anemiche, malate.

Potremmo esser noi più crudeli, più spensierati, più incauti?

Ma il bambino importa a me sopra tutto e su di esso insisto: la società ha verso di lui diritti, e altresì doveri imprescindibili; i suoi diritti gravano sul fanciullo come una verga di ferro, ed è troppo smemorata de’suoi doveri. Il bambino porta in sè il nostro avvenire; non ha forza da opporre a’ suoi soverchiatori, nè ragione da resistere a’ suoi corruttori. Da ciò il dovere nella società di proteggerlo. Il bambino ha i diritti dell’animo: diritto alla educazione, alla istruzione, ad esser protetto. La società, che trascura di esser madre a questi infelici, un giorno si trova a essere da loro avuta in conto di nemica. L’avrebbero amata e la combattono. L’odiano e avrebbero potuto esserle utili!

Il bambino è fatto bersaglio a tutte le sevizie; espia tutte le malvagità. Dal Ghetto, dalle strade oltr’Arno, che vi ho descritte, dai vicoli immondi, che sono vicini al Ghetto, escono que’ bambini che la sera si trascinano per tutto, spesso febbricitanti, a piedi nudi, scherniti, abbrutiti, percossi,