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82 Firenze sotterranea

giovinastro: ma appena l’ha portato in Questura, è squadrato, riconosciuto da un altro agente.

— Lo conosci?

— Sicuro.... È il Santo!

Tuttochè ladro, stava sempre in sul santo. Andava pulito, azzimato, si dava aria di pietoso: composto negli sguardi, nelle maniere.

Era proprio lui! Adescando una serva, facendole lo spasimante, questa gli apriva la porta di casa, ed egli, accorto, avea spogliato la serva di ciò che possedeva di più prezioso (pare) e il padrone d’un certo numero di cucchiai d’argento.

A propiziarsi, egli credeva, la Polizia, si mise a ridire tutto quel che sapeva: vuotò il sacco pe’ pellicini. Per un pezzo avea sbarcato la vita tra i compari, di cui vi ho parlato, nelle straduzze dove stanno accovati. Raccontò di un sotterraneo dove andavano a nasconder la roba involata e dove si acquattavano i latitanti. Era una gran casaccia, che tuttora sta in piedi per miracolo.... di statica.

La Polizia vi accorse insieme col mariuolo. Furon chieste le chiavi del sotterraneo, ma nessuno le avea. Tra quella gente, d’ordinario nessuno ha mai chiavi; nessuno ha mai veduto nulla, o sa nulla.