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80 Firenze sotterranea


Son tutti mezzi ciechi: hanno la pelle spungosa, scagliata come i rettili e le testuggini. In certi stabbiòli, con le mura smattonate, con scale, come sono generalmente tutte le scale di quegli abituri, non solo orride e nere per sozzure d’ogni maniera, ma tutte sbrecciate, sbezzicate, sono quattro o cinque donne, citrulle, inebetite, a forza di star lì nel tanfo e tra l’infezione; alcune con bambini pendenti al seno flaccido e asciutto, e che paiono aborti di batracei.

Vi sono famiglie che dormono sotto le fogne, in sotterranei, in cantine: se la notte scroscia l’acqua di repente, e essi nel giorno non hanno riparato, alzando le bodole nel cortile che sovrasta la camera, l’onda dilaga ne’ giacigli, si svegliano bagnati sin all’ossa, circondati dall’acqua.

È, per Dio, un obbrobrio; è ignominioso che debban vivere così tante creature umane!

Ecco ove dovrebbe esercitarsi la vera carità:

non già quella che si strombazza fin nelle quarte pagine dei giornali come la Revalenta.

Si piange a veder tale strazio, è impossibile rattenere le più amare riflessioni sugli egoismi beati di certe classi, sulla profonda e non cristiana disuguaglianza, che v’è tuttora fra gli uomini!