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70 | Firenze sotterranea |
catapecchie, profittando delle scappatoie, delle comunicazioni, che vi sono da tutti i lati.
Finalmente riuscì a spiccar il volo per la campagna. Prese nuovo aspetto e nuovi modi: ora stava rintanato nei boschi: ora usava alle fiere in sembiante di trafficatore d’animali, o di merciaiuolo ambulante. Ma i segugi della Polizia lo braccavano, e lo addentarono un giorno, mentre alla stazione di Prato saliva in un vagone per svignarsela verso Pistoia.
Era stato a domicilio coatto in Sardegna nel 1866, poi in Casa di forza fino al 1880: quindi se n’era venuto a onorare Firenze della sua presenza, e laggiù, nel triste borgo ch’io vi ho descritto, tendeva le sue reti, di concerto con altri bricconi di non minor peso di lui.
Facea conciliaboli di tanto in tanto: e, sebbene avesse due mandati di cattura, sfuggiva alla Polizia protetto dal nugolo degli sciami de’ manutengoli, che scorazzano il quartiere.
Di tal risma ve ne sono laggiù assembrati a diecine. Io non esagero! Vi racconto a puntino la verità: nulla, egregi lettori, vi ho detto, di cui non mi sia pienamente accertato.
Ma poi.... a quale scopo dovrei io ingannarvi? Perchè mi sarei sobbarcato a questa fatica? Ci