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64 Firenze sotterranea


Se taluno volesse spropriarli di quelle stamberghe, le venderebbero pel solo valore de’ sassi, come macerie, o magari come spazzature, per qualche ventina di lire, e si terrebbero fortunati. Già non poche sono abbandonate: i proprietari non si fanno più vedere: e sono ridotte a tale sfacelo, che un giorno o l’altro sbonzoleranno sulla strada e schiacceranno la lurca gentaglia, cui servono di riparo.

Io dico che da secoli non vi ha posto mano imbianchino, o muratore; e da secoli generazioni di uomini e di donne, cadute nello stato più abietto, vi lasciaron tracce del loro vivere immondo: così la popolazione vi è andata di mano in mano peggiorando, vi si accasarono masnade di bricconi, e sbalestrati da tutti i punti di Firenze di dove li cacciava il martello e la cazzuola del muratore; sostituite a dove l’aria entrava per i biechi pertugi case ampie, ben aerate, strade luminose, si assembraron laggiù a stormi, a caterve, i malviventi.

Tale stato di cose è diventato incomportabile, nè fu mai sì grave come è ora: bisogna purgar Firenze da quel canchero per rispetto alla sua moralità, alla sua sicurezza, alla sua igiene.