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Rendete il vital cibo agl’intelletti,
Non ismarrite la verace stella,
105Rinnovellate di fortezza i petti.
Ve’ come sorge maestosa e bella
Più da lungi una donna che con voce
Formidabile esclama: Ancor son quella!
E cinta di virtude ecco un feroce
110Con la destra rispinge ingordo mostro,
Con la sinistra man leva una croce.
O immortal segno del trionfo nostro,
Lume su l’onde tempestose immoto,
Io ti veggio, io t’inchino, io mi ti prostro.
115E ginocchion gettandosi devoto,
Con la faccia che a un tratto discolora,
Cadde in su l’erbe senza senso e moto.
Alto un silenzio, un meditar che adora
Le arcane vie di Lui che sè consiglia,
120Seguì d’intorno a quel giacente allora.
Di gioia il duce della pia famiglia
Bagna le guance: l’Alighieri atterra
Castruccio tien nell’Alighier le ciglia.
Aura consolatrice della terra
125Piovuta all’ime valli era da’ monti
La pura luce che i color disserra.
Già percotea quelle pensose fronti
Il Sol, che omai l’ispide cime avanza,
E co’ suoi raggi, di letizia fonti,
130Giù discender parean lena e speranza.
DI GIUSEPPE BORGHI.
In morte di Maddalena Caracciolo di Scalea
principessa.
Canto primo.
Stanca del pianto e della lunga prece
Maddalena tacea: sul molle ciglio
Leggerissimo il sonno a lei si fece.