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— Un esempio?
— No, una prova, fra un mese! Vedrà!...
Per quanto Marco lo interrogasse, Massimo non disse ciò che avrebbe fatto. — Farai forse la tua brava dichiarazione a Pasqua? Bada bene, è ancora una bambina e non ti comprenderà! E del resto, — aggiunse Ferragna con serietà, — non sono scherzi da fare. Don Salvatore non si rassegnerebbe, e basta una scintilla per ravvivare l’incendio. Non fare pazzie, Massimo... — Massimo alzò le spalle e disse: — Non sono pazzo, no! D’altronde.....
— E’ vero! — esclamò Marco ricordandosi. — Tu sei già innamorato, non niegarmelo... E’ assai carina la signorina Violante....
Infatti in quei giorni Massimo usava passeggiare molto sotto le finestre d’una signorina chiamata così: tutti dicevano che facessero l’amore e naturalmente Marco lo sapeva. Se non si sanno queste cose, cosa volete che si sappia in lunghi come X***?... Massimo rise con quel risolino caratteristico che fa tante confidenze; Ferragna gli battè famigliarmente una mano sull’omero e lo lasciò un momento solo alla finestra.
Pasqua essendosi ritirata, Lara proseguiva sola la sua passeggiata, le braccia conserte, il viso chino, e gli occhi fissi al suolo.
Vestiva quasi di bianco, un vestito sempre semplicissimo ma elegante, e la tinta rosea del crepuscolo proiettava una lieve sfumatura di rosa sui suoi capelli svolazzanti alla brezza.
Camminando così, a passi lenti, stanchissimi, immersa in profondi pensieri, il volto dolente mentre tutto sorrideva a lei intorno, Lara aveva qualcosa di poeticamente doloroso che colpì Massimo. L’osservò attentamente e scosse la testa pensando: — Checchè dica Ferragna, questa ragazza soffre.
A un tratto Lara si voltò e alzò gli occhi, i suoi grandi occhi così belli e pensosi, l’unico avanzo della sua splendida bellezza infantile. Massimo li vide: fu tutta una rivelazione per lui, che non aveva mai esaminato attentamente la sua piccola nemica. — Per bacco! — esclamò fra