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cuore a quei fiori seccati innanzi tempo. Il suo non era dolore, ma una specie di nausea, una noia immensa e terribile. Non amava più Nunzio, e su questo punto aveva ragione dicendo: — Il mio cuore è secco! — perchè dal momento che don Salvatore le aveva fatto credere essere stato il giovine a tradire volontariamente il loro segreto, qualcosa come il ranno sui giacinti era caduto sul suo cuore e lo aveva incenerito; ma il pensare: — E che cosa farò domani, e doman l’altro, e fra uno, due, tre anni! — le gravava la fantasia, la rendeva orribilmente triste. Oramai la vita le pareva senza scopo, senza avvenire, sicura di non dover amare mai più altro uomo, e vedeva i suoi giorni correre lenti, eguali, sempre eguali, in quella casa vasta, gelida, desolata. — l’oggi come ieri, l’indomani come l’oggi, sempre, sempre, sino alla morte! Il disprezzo del padre, la compassione che le dimostrava la madre, il ricordo di Mariarosa, che amava ed odiava nel medesimo tempo, ritenendosi tradita da lei e ribellandosi tutt’in uno a quel pensiero, ecco ciò che più le faceva rabbia, che l’umiliava e l’annoiava.

Avrebbe voluto rimaner sempre sola, e quando si trovava sola, specialmente all’ora del crepuscolo o nei giorni di festa, provava una paura strana, una tristezza infinita, mentre i ricordi che si affollavano nella sua solitudine la facevano piangere; avrebbe voluto andare a passeggio, sfoggiar vestiti, farsi amiche tutte le fanciulle di X*** per passare sorridente davanti a Mariarosa e dirle con lo sguardo: — Vile! mi hai tradita, ma ecco che sono felice lo stesso! — e in pari tempo, se usciva qualche volta a passeggio, ritornava stanca, sconfortata, con un bizzarro sorriso di disprezzo per la folla sulle labbra pallide; se vedeva Mariarosa, tremava tutta e non osava guardarla più in faccia, provava un vero e formidabile odio contro tutte le altre ragazze della piccola città, e Mariarosa imperava sempre sul suo cuore, grande, bella, allegra, sorridente.

Ogni giorno che passava, accresceva nel cuore di Lara l’amicizia e l’affetto per Mariarosa: nelle lunghe veglie tristissime Lara non pensava più che a lei, ne sentiva il riso argentino, il chiacchierìo allegro e spensierato,