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perlo. Provò una scossa tale, che diventò pallido in volto, il che significava qualche cosa di grosso in lui. Tuttavia volle illudersi, rise in faccia a chi glielo diceva, e rispose che Lara era ben savia ed educata per mettersi così ad amoreggiare in pubblico e con chi!... — Don Salvatore sapeva Nunzio figlio di una poverissima famiglia di pastori Logudoresi, e che, non potendo più studiare, doveva entrare impiegato. Ora, nessuna classe del mondo era da don Salvatore disprezzata come gli impiegati. Aveva conversato qualche volta con Nunzio, perchè lo riteneva ancora come studente; ma è più che certo che non l’avrebbe più neppure guardato in viso tre mesi dopo, cioè quando il giovine avrebbe contato sul ventisette di ogni mese per pagare le sue scarpe e il suo cappello... L’impiegato! quell’essere meschino che vive mese per mese a furia di economie e che s’ingolfa nei debiti se non fa queste ultime, — che non possiede un palmo di terra al sole, nè conosce il biglietto da mille; che deve vivere in stanze d’affitto; che deve passeggiare, se ha voglia di andare in campagna, nella polvere dello stradale, contentandosi di guardare dal di fuori le vigne, di cui compra il vino litro per litro pagandolo solo alla fine del mese?....

Così pensava don Salvatore: nella sua mente grassa di cavaliere, foderata di biglietti di banca nascosti, ebbra di terre e di armenti, egli aveva un profondo disprezzo per gli impiegati e li metteva nella classe dei servi, dei suoi servi che lavoravano la gleba e guidavano le greggi; gli uni e gli altri venivano pagati, dunque erano eguali; solo la servitù degli impiegati era una servitù più dura, «servitù d’anima», diceva il padre di Lara, perchè il suo italiano non arrivava al punto da permettergli di dire «servitù morale», servitù più vile e disonorante ai suoi occhi. Il perchè dei perchè poi era che don Salvatore non avrebbe mai concesso sua figlia in isposa ad un impiegato, perchè... povero!

Certo, povero! Per ricco don Salvatore intendeva un uomo come lui, come Ferragna, o che infine uno che vivesse di rendita. Vivendo di rendita, uno non ha bisogno di essere impiegato; essendo impiegato, deve necessariamente essere povero; e così seguendo i calcoli della sua corta esperienza, don Salvatore conchiudeva che ogni im-