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ma bruni, con la fisonomia, la voce e gli occhi di Nunzio. Di Nunzio, che proseguì: — Perdonami, Lara, perdonami, se sono così ardito.... T’amo tanto! Dimmi anche tu ciò che pensavi! Dimmi che pensavi a me... dimmelo, Lara... — Le prese le manine e gliele strinse entrambe in una stretta ardente. Lara alzò su di lui i suoi occhi spaventati, e Nunzio la fissò forte co’ suoi, affascinandola...

Le bambine ridevano ancora, Marinello cantava sempre e la barca volava sulle onde di argento e di smeraldo, ma Lara non vedeva nè udiva più nulla. Aveva raggiunto la sua isola verde dalla casetta di porcellana, aveva raggiunto i castelli delle montagne lontane e il castellano ardente la narrava una storia più cara e poetica di quella del Cid spagnuolo.

— Dimmelo, Lara! — ripetè Nunzio fissandola sempre.

— Pensavo a te... — rispose Lara con voce lenta, ma affannosa.

Per poco il giovine non mandò un grido di gioia. Strinse vie più fra una delle sue mani tremanti della fanciulla, con l’altra le cinse la piccola persona bruna nell’ombra della sponda della barca, e riprese a parlare a voce bassa, fremente come il susurro delle eriche della riva, mentre le bambine ridevano ancora e Marinello cantava pensando alla sua patria lontana, e la barca volava sulle onde d’argento e di smeraldo!

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Mariarosa attendeva sulla spiaggia: quando prese il braccio di Lara, si accorse che tremava leggermente e che gli occhi le brillavano in una strana guisa. Volle subito ritirarsi, ma Mariarosa ridiscese alla spiaggia e domandò a Nunzio se si era assai divertito. — Molto, molto! — rispose egli con un vago sorriso.

— E ha interrogato Lara? riprese lei maliziosamente.

— Sì, ma tutto inutilmente!

— Ah! — rispose Mariarosa, — forse sarà perchè lei non è ancora un medico completo...

Nunzio sussultò e si congedò dalla ragazza lievemente sconvolto: quelle ultime parole lo richiamavano ad una ben cruda realtà!....