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E ritornò!... Solo chi ritorna dopo alcun tempo al nido ove conobbe e lasciò per sempre la felicità, può immaginare ciò che Marco provò al rientrare nella casa dove aveva creduto di vivere una felicità eterna. Ormai il focolare era spento e il freddo della solitudine regnava tra i velluti e i gingilli accarezzati dalla mano di Lara; pure Marco restò, deciso di vivervi il resto dei suoi giorni, rinchiuso nella voluttà dei ricordi e del lavoro, spronato nella via del bene dalla mite e bianca visione che gli si aggirava intorno, nella penombra dorata delle stanze silenziose, nell’azzurro del cielo che scorgeva dal verone donde Lara era voltata tra il fogliame e fiori di raso delle lille del giardino. E poi altri affetti lo legavano a X***. Là, nella sua patria, la famiglia lo disprezzava sempre, qui invece Marco conservava una famiglia di amici e i parenti di Lara.

Una sera d’inverno, mentre stava accanto al fuoco, solo nella vasta camera solitaria, immerso nei suoi ricordi, una figurina nera, piccola, dai grandi occhi pensosi, aprì la porta e gli si accostò leggera leggera, fermandosi ritta dietro la sua sedia. Marco non si accorse di lei se non quando si sentì chiamare: — Zio Marco!...

— Sei tu, Maura! — esclamò volgendosi. — Vieni a visitarmi? Ah, non ci vieni spesso ora, non, come prima!...

— Credevo che tu non volessi...

— Io! Ah, sì, io, proprio... — rispose Marco, serio, serio, come stesse parlando fra sè.

— E dunque, vuoi, davvero?... — chiese Maura allegra, chinando la sua testolina davanti a Marco, che chiamava zio. — Ah, se tu lo vuoi, verrò sempre, sempre, aiuterò la tua serva a mettere in ordine la casa, e... ma tu pure bisogna che mi permetta una cosa... Sai, io voleva farla senza chiedertene il permesso, ma mamma mi ha detto: — Va’ prima e domanda a Marco se ciò non gli reca dispiacere. Son venuta per ciò... sai... Ahi, che freddo che fa fuori... altrimenti non sarei uscita; ma son venuta per ciò, sai...

— Che cosa dunque?... — domandò Marco, che si divertiva assai nel sentire il chiacchierio di quella furba e graziosa piccina.