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e senza soldi, senza laurea e con la schiena dura non pieghevole al lavoro. Ah, avrebbero finito col mettersi guardie daziarie o farsi... preti! Che bella vendetta!
Marco Ferragna la pensava diversamente; pensava che gli studenti di casa Massari erano due bravi giovanotti che si sarebbero fatti onore... Ah, sì, sì, specialmente il grande, doveva diventar qualche cosa. Ma Ferragna si guardava bene dal dirlo davanti a don Salvatore, che l’avrebbe odiato a morte udendolo parlar così.
Pensava così Marco una trista mattina d’inverno nel suo elegante studio ben riscaldato da un gran fuoco, quando Lara mandò giù da lui una domestica pregandolo di salire. Il giovine salì subito. Trovò Lara accanto al fuoco, pallida e sconvolta.
— Che vuoi? che hai, Lara? — chiese baciandola. — Sei pallida come una morta. Ti senti male?
— Sì! — rispose lei con voce tremula. — Ti ricordi l’anno scorso a Roma? Mi sento male, con gli stessi sintomi!...
— Sarà nulla, allora! Vuoi che avvisi un medico?
— Sì! — Il medico venne: Lara fu di nuovo costretta a letto, ove rimase inchiodata per due o tre settimane. Quando si levò, non era più la Lara che vi si era coricata, ma uno scheletro vivente di fanciulla, uno stelo morente ravvolto graziosamente in un abito di casimiro bianco. Il suo viso e le sue mani parevano di cera, e l’idea di una morte vicina le offuscava i grandi occhi neri e profondi...
Ah, sì! Glielo avevano ben maledetto le ragazze di X***, e forse anche quelle di Sassari il grande amore di Marco, e quell’amore la uccideva! Era quell’amore che le aveva consumato il sangue, che le rapiva la vita; perchè non provava alcun dolore fisico, solo una stanchezza strana, uno spegnersi lento, voluttuoso, fra le braccia del suo diletto. Lara moriva sorridendo: che le importava morire, se Marco le stava vicino, morire con gli occhi fissi in quelli di lui, le mani fra quelle di lui? Moriva e non si lagnava, perchè sapeva vagamente che Marco soffriva più di lei, che avrebbe provato più dolore lui a sopravviverle che lei a morire. A poco a poco la fanciulla aveva perduta la percezione delle cose che la circonda-