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sarde quasi un anno dopo le nozze, sempre più innamorati, pieni di ricordi e di meraviglia per le cose vedute, ma sempre amanti della loro verde e selvaggia Sardegna.


IV.


Arrivati a X***, rimasero almeno una settimana in casa di don Salvatore, sinchè la palazzina non fu posta in ordine. — La famiglia di don Salvatore era il vero tipo della famiglia sarda benestante.

In paese passava per aristocratica, ma figuratevi voi che razza di aristocrazia fosse. Lui, don Salvatore, un bell’uomo sui trentacinque anni, aveva fatte tutte le scuole di X***, e con la sua energica volontà, benchè fosse poco istruito, aveva immensamente allargato l’avito patrimonio, talchè ora contava fra i primari possidenti dei dintorni. Come dicemmo, la sua istruzione era assai limitata; don Salvatore non aveva mai avuto il tempo d’istruirsi; però i suoi affari sapeva ben farli; e nessuno poteva vantarsi di averlo una volta almeno burlato, oh no! In società, don Salvatore si permetteva di chiacchierare di politica, anzi su tal proposito aveva idee un po’... codine, forse perchè leggeva costantemente l’«Unità Cattolica» ogni volta che andava a visitare prete Giovanni suo antico maestro di scuola; — al caffè faceva la sua brava partita di carte ogni domenica sera; — nei lunghi crepuscoli estivi passeggiava ei pure nella passeggiata di X*** insieme agli altri, parlando del più e del meno, ben vestito e anche relativamente elegante nella sua qualità di cavaliere campagnuolo; — ma, del resto, egli la vita la viveva in campagna, nei suoi possessi ben coltivati, fra il pensiero di una buona raccolta e il pensiero di una nuova compra di terreni per accrescere sempre più la fortuna delle sue tre figlioline.

Donna Margherita, la moglie, ai suoi tempi, cioè dieci o dodici anni prima, passava per una fra le più belle fanciulle di X***; conservava ancora una sfumatura della sua antica bellezza, negli occhi neri e profondi e nel