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colo letto bianco, in fondo a quella camera ch’era stata testimonio del suo pianto e dei suoi sogni, illuminata debolmente da una lampada ad olio posta in terra nell’angolo più romito. La porta di comunicazione con la cameretta di Pasqua era spalancata e per essa si sentiva il placido russare di Rosa, che aveva preso posto nel letto della piccola bionda, e vegliava a suo modo sulla padroncina malata. — La febbre era cessata in Lara e con essa l’ardore e l’ansia che l’aveva soffocata per il corso della giornata; rimaneva l’immane stanchezza e la strana sonnolenza della mattina. Ma Lara sentiva nuovamente le idee lucide e la percezione vivissima di ciò che accadeva, e vegliava... I pensieri sfilavano l’uno dietro l’altro nella sua mente travagliata, quasi soldati in marcia, che non si arrestavano mai, le memorie incalzavano e Lara pensava a tutto il suo passato, a tutte le figure apparse nella sua vita solitaria, a tutti i suoi sogni, i suoi dolori e le sue gioie, quasi quella fosse l’ultima notte della sua vita.
Il ricordo del suicidio di Nunzio, tanto recente, ma che alla malata pareva assai lontano, ritornava spesso fra gli altri pensieri, come il ritornello in una poesia popolare, e allora il volto bianco di Lara si offuscava e il rimorso picchiava di nuovo alle porte della sua piccola coscienza, amareggiando il pensiero confortante di una prossima morte. Ma altre memorie venivano e Nunzio spariva, e tornava Massimo, Marco, Mariarosa, la montagna, il ballo, la notte del lungo convegno. Su di questa si fermava specialmente Lara, con un acre sorriso sulle labbra inaridite. Addio, addio, sogni d’amore sì a lungo vagheggiati, addio convegni notturni, addio baci, avvenire, vita. — Oramai tutto era rotto, tutto era finito; non le restavano che due vie: la vita con una continua infelicità; la morte con un infinito riposo. Ecco perchè Lara moriva a diciotto anni sorridendo alla morte, scegliendo il sonno eterno, la lunga notte senza aurora che si avvicinava a rapidi passi; — ecco perchè moriva senza ribellarsi, anzi scossa da un fremito di disperazione al pensiero di una fatale guarigione. — I quarti e le ore passavano: la lampada cominciava a impallidire nel suo angolo oscuro, allorchè Lara pensò ancora una volta al suicidio di Nunzio ed a Mariarosa.
La figura alta e bionda della fanciulla che aveva tanto