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veva andarci, voleva andarci ad ogni costo per vederlo ancora una volta, l’ultima, e dirgli che moriva per lui.
Nella sua debolezza Lara era forte dell’energica volontà dei bimbi viziati che vogliono ad ogni modo soddisfare un loro capriccio. Arrivò al fine, aprì il cancello, ma non vide nessuno, e come la famosa notte in cui erano rimasti sì a lungo insieme, Lara mormorò: — Ah, se non venisse, se non venisse! — E non veniva infatti, benchè l’ora del convegno fosse trascorsa; mille dubbi attraversarono la mente della fanciulla, che, risoluta a tutto, uscì dal cancello e s’inoltrò per la campagna, finchè una siepe che Massimo varcava per venire a lei non le troncò il passo. Tutta quella campagna ora apparteneva a Marco Ferragna, che proponendosi di coltivarla a frutteto, cominciava già a farla lavorare. A destra sfuggiva in una china tortuosa che finiva nella valle vicina e Marco faceva costruire un muraglione tagliando a picco la china per impedire ogni comunicazione del futuro frutteto con la valle. Stanca di aspettare, tremando di febbre e di ansia, Lara gettò un cupo sguardo da quella parte. — Un salto, un salto... e lì sotto!... — L’abisso, reso più profondo di ciò che realmente era, dalla luce bianca della luna, sorrideva a Lara, ma Massimo comparve subito dietro la siepe, e si fermò meravigliato di veder lì la fanciulla, che per poco non mandò un grido nel vederlo.
Il cuore pareva volesse scoppiarle in seno: le labbra le fremevano tanto, che non poteva parlare, e a poco a poco quel tremito nervoso la invase tutta. Massimo era là! Massimo! Massimo che lei adorava ancora, sempre, nonostante tutto, per cui diventava pazza, per cui moriva lentamente, per cui dava il suo sangue, le ultime stille del suo sangue impoverito dalla febbre e da quell’amore fatale che le dilaniava la vita! Alla sua vista l’effimera energia che la sosteneva scomparve, e si appoggiò alla siepe per non cadere: tutto le girava intorno in un vortice confuso, bianco, velato, tutto aveva una voce per lei, i profumi estivi salienti dalla valle, il ruscello scrosciante in lontananza, le creste dei monti sorridenti alle carezze della luna... Massimo era là!... E Lara fu per gettarglisi al collo attraverso la siepe, e scordare i dolori sofferti fra la voluttà dell’abbraccio fremente di lui,