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zato. Se ciò per Lara fu un sacrifizio e le recò rimorso, in Marco non produsse alcun cambiamento di idea. Aveva ritrovato la fronte di Lara fredda come il marmo di una tomba, anzi passò nel suo sangue lo stesso brivido di freddo e di morte provato nel dare l’ultimo bacio a Lara morta....

Così i giorni scorrevano, eguali, tristi in fondo, splendidi nel cielo eternamente azzurro e tra i profumi delle rose di una magnifica primavera. Marco indovinava un mistero, lo sentiva aleggiare intorno a sè, vicino o lontano da Lara, ma non cercava di squarciarlo; non voleva squarciarlo. Come Lara, anch’egli contava i giorni, dimentico dei suoi anni, in attesa della fine così lunga che non osava accorciare, sapendo che solo dal filo di una obbedienza completa dipendeva la sua felicità, e sperava che, una volta sua, avrebbe ben egli saputo risvegliare l’anima di Lara e renderla ardente e fedele come egli la sognava. — Chissà! — forse la riservatezza, la freddezza di lei dipendevano da un naturale istinto di timido e purissimo pudore, forse egli s’ingannava... sì, s’ingannava! Come Lara l’avrebbe accettato non amandolo? Amandone un altro? Era una cosa assurda.

In quanto al pensiero che Lara avesse un altro amante, Marco non lo sognava neppure. Tutti, tutti a X*** conoscevano oramai il suo futuro matrimonio, tutti, sino i bimbi, sino i gatti e i sorci, che forse avevano anche partecipato alle chiacchiere e agli infiniti commenti fatti su ciò. Come dunque era possibile che altri amasse Lara sapendola sua fidanzata?

E intanto Massimo la rivedeva e la ribaciava ogni quattro notti all'ombra del vecchio cancello che dava sui campi: se l’amore finto e diurno di Lara andava stentatamente, strascinandosi in una via molto difficile o irregolare, l’amore notturno, il vero e grande amore ardente nel segreto del suo cuore, progrediva regolarmente, illuminato dalle stelle del cielo e della speranza.

Molte volte Lara veniva ad assidersi accanto al fidanzato ufficiale, nella vasta camera da pranzo illuminata da una lampada bianca, dopo aver appena finito di leggere la lettera di Massimo, le cui frasi le risuonavano al pen-