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mata Lara, sono così giuste che le divido completamente anch’io. Sì, è vero ciò che tu dici: rispondendo di «no» desti il dubbio nell’animo di Ferragna che ha indovinato esser tu innamorata, ma che s’illude credendosi esso stesso l’oggetto de’ tuoi vergini sogni ferventi, e farà di tutto per scoprire il tuo arcano. Saremmo perduti! Conosco profondamente tuo cognato; so che è generoso e buono, ma sono certo che tutta la sua buona volontà cadrebbe sapendo esser io il suo rivale, io! io che gli devo tanto, che egli ama come un fratello, per cui spezzò le esigenze ridicole della folla che ci considerava nemici, che considererebbe come il serpente che riscaldato nel suo seno lo ha morsicato non appena il calore del suo corpo gli ha ridonato la vita!...
« Sì, Lara mia, Marco finirebbe con l’odiarmi e farebbe di tutto per vendicarsi, per strapparmiti dal cuore. Perchè invano noi gli diremmo che ci amiamo da molto, che non sospettavamo il suo amore, che lo rendiamo infelice contro la nostra volontà.
« Non v’ha ragione che valga dinanzi a un’anima esulcerata; e Marco dovrebbe soffrire assai sapendo che tu ami il nemico della tua famiglia, vedendo crollare ì castelli plasmati dalla sua fantasia... perchè deve amarti assai, alla sua età, se io ti amo già tanto alla mia. Ma chi non t’amerebbe, Lara, chi?
« Con tutto ciò io non ti consiglio di dimenticarmi, di amare Ferragna e di gettare repente nell’abisso della morte e dell’infelicità il tuo povero Massimo per ridonare un lampo di gioia e di sorriso all’ultimo venuto, che non potrebbe, no, benchè ricco e nobile e stimato, renderti felice come ti renderò io; — non te lo consiglio, perchè d’altronde so che sarebbe inutile, conoscendo tutto il tuo amore per me, ricordandomi che tutto un passato di sogni, di promesse, una ferrea catena di baci, avvince per sempre il nostro avvenire. Solo, per la tua presente tranquillità, per la sicura riuscita dei nostri progetti, approvo la tua idea, quel pensiero che, mi scrivesti, ti fu inspirato da un riflesso dell’alba confuso con l’ultimo barlume del lumi morenti. Oh, è ben triste mentire, è ben terribile fare il male per giungere al bene, è ben doloroso scrivere sullo scudo delle nostre azioni la fosca massima: «il fine giustifica i mezzi!» — ma che possiamo noi fare?