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nell’oblio delle orgie, dei piaceri o della gloria, d’altronde irreperibili nell’ambiente in cui viveva, — vedersi spegnere il fuoco dei suo deserto focolare non appena riacceso, attendere muto, solo, gelido, l’incalzarsi degli anni, l’assopirsi del cuore, l’ultimo crepuscolo della vita... era troppo, era troppo! E si ribellava, sperava di nuovo e ritornava a tessere la sua tela d'oro, ma invano cercava un raggio di speranza negli occhi di Lara che sfuggivano il suo sguardo ansioso, — ricadeva nella disperazione e attendeva con ansia e paura il termine di quei lunghi otto giorni, dicendosi più di una volta che in realtà dalla risposta di Lara dipendeva la sua vita o la sua morte, almeno moralmente.
Giunse finalmente. Era una bella mattina di maggio; una di quelle splendide mattine che solo fra le montagne e le vallate sarde si possono ammirare, in cui pare che un sorriso di Dio si rifletta nel tremolio azzurro della nebbia profumata, fra le lamine d’oro e di rosa dei cieli splendenti, nel canto pazzo degli uccelli innamorati, nei fulgori dei fiori montani olezzanti fra le perle della rugiada e il pulviscolo d’oro del sole. Mai come in quella mattina Marco aveva gustato gli incanti della natura vergine, mai come in quella mattina erasi sentito più solo e triste davanti alla valle verdeggiante e alle montagne azzurre.
Fin dalle cinque lavorava nel suo studio, solo, davanti alla finestra che dava sulla valle, perchè da qualche tempo non apriva più l’altra che guardava sull’orto dei Manna, forse temendo che i giovani praticanti nel suo studio vedessero Lara e se ne innamorassero. Nessuno dei giovani era ancora giunto: Marco contava di recarsi sul tardi al Tribunale dove doveva sbrigare alcuni affari, poi di recarsi da Lara per dirle che l’ora giungeva, allorchè la porta dello studio girò silenziosamente sui cardini e Lara entrò, dopo essersi assicurata non esservi che lui, leggermente, trascinando i piedi senza far rumore, come la sera in cui era venuta per chiedere il permesso di chiamarsi Lara. Soltanto questa volta non vestiva più a bruno, nè il suo viso era roseo e spensierato: no. Pallida, ma decisa, con un lieve sorriso di mistero sulle labbra, vestita di grigio chiarissimo, quasi azzurrastro, Lara si avanzò fino allo scrittoio. Marco alzò il capo, sorrise, si