Pagina:Fior di Sardegna (Racconti).djvu/153


— 151 —

tu! Ti ricordi? Eri malata, e io, consigliandoti di andare ai bagni, ti diedi un bacio.... Tu ti alterasti... io pensai che non eri più bambina e ti guardai e rividi in te Lara... Lara che da quel giorno ricominciai ad amare, che credetti fermamente risorta! Da quel giorno ho pensato sempre a te, ma attendevo che tu fossi un po’ più grande per spiegarti il mio segreto. Non lo avevi ancora indovinato? Io credevo di sì, perchè non ritornasti più qui, come da bambina, perchè ti vedevo sempre triste e riservata con me! Ho sperato sempre! Non è possibile che tu non mi ami! Sono convinto che l’anima di Lara si è trasmessa in te... quindi devi amarmi. Sì, devi amarmi, Lara! Poco importa che io abbia tanti anni più di te. Sento che la tua anima è grande più che non debba essere... e poi, Lara, tu sei istruita, sei intelligente, e nessuno potrebbe capirti quanto me, che ti vidi crescere e che t’ho sempre amato. O almeno son certo che non ami nessuno. Sei triste, perchè ti manca qualcosa necessaria alla tua anima come l’aria ai fiori. E’ l’amore! Lara, io t’offro il più grande amore che si possa desiderare... accettalo e sarai felice! Ecco che sorridi! Ah, mia diletta Lara, ho indovinato! Tu mi ami, o almeno mi amerai, non è vero? Oh, perchè non mi sono spiegato prima d’ora anticipando la nostra felicità? Come sarà contento tuo padre! Sai, diventerai la più ricca e felice dama di X***. Come saremo felici! Mi amerai, non è vero? Ma che dico? Mi ami già... mi hai sempre amato! Eri triste, perchè credevi che io non ti amassi... Invece!... Sorridi alfine, Lara mia, per sempre mia, e perdonami se non mi sono spiegato prima! Come ti amo! Ma tu pure mi ami, non è vero che mi ami?... — Dicendo così, Marco erasi avvicinato a Lara, tanto che le ultime parole gliele susurrò all’orecchio. Il silenzio e il rossore di Lara confermavano le sue speranze: essa non sapeva che dire, non trovava parole e si sbalordiva vedendo la strana illusione del cugino, verso cui essa non aveva assolutamente nutrito altro affetto che di parente, e che, come si è detto, considerava per non più giovane. La sua ardente loquela, che avrebbe commosso un masso non tanto per le parole ma per l’accento affannoso e appassionato e per la pronunzia affascinante, non riusciva che a farla più intensamente pensare a Massimo, a meditare sul dolore che avrebbe provato se lui