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fece questa domanda: — Dimmi un po’, Lara, se ci sorprendesse tua madre, che faremmo?

— È impossibile! È impossibile! — rispose lei, sbigottita, e pallida.

— Ma se accadesse?

— Ah, Massimo, io non lo so, allora...

— Io dico che inginocchiandoci innanzi a lei, la moveremmo a pietà: e allora, parte per evitare lo scandalo, parte commossa dalle nostre preghiere, acconsentirebbe a lasciarci diventar felici...

Il volto di Lara si oscurò orribilmente. — Massimo, rispose, tu dunque non conosci le nostre famiglie? Senti, se stanotte verremmo scoperti per me sarebbe finita!......

— Che vuoi dire, Lara? T’uccideresti?

— Sì, — rispos’ella con ferma convinzione.

— Anch’io, Lara!

— Se potessimo morire insieme! — mormorò lei, appoggiandosi ancora all’omero del giovine. Trascorsero un momento tremendo, terribile.

— Lo vuoi?... — esclamò lui con un lampo negli occhi, chinando lentamente la mano alla rivoltella. Lara ci pensò; fu per dire un «sì» terribile, ma in quel punto, un’ultima istintiva speranza e l’idea che la loro morte rinfocolerebbe l’odio delle due famiglie, la rese forte.

— E avresti il coraggio di uccidermi? — mormorò con un singulto.

— Sì, piuttosto che vederti d’altri.

— Mai, Massimo, mai... mai!

— Sarai sempre mia, sempre? — chiese lui, baciandola freneticamente.

— Sempre tua col pensiero, sempre, sempre!... — Rimasero a lungo stretti, ricambiandosi un bacio che tutto lor faceva scordare, mentre Massimo ricantava la sua dolce cantilena:

— Cara, cara, tu sei l’angelo mio! Ora anch’io credo in Dio e nell’angelo custode, ch’Ei pone alla destra dei credenti, degli uomini tutti. Tu sei il mio angelo custode, Lara mia adorata, ed io t’amo tanto, tanto, tanto! Come sei bella! Le tue labbra sono dolci come il miele... Lara... v’hai tu messo del miele?..