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mammo il sagrestano per farci conoscere il segreto dell’altare. Venne; era un giovinotto che si pretendeva assai istruito. Vedendoci vestite da signore, credette che fossimo continentali; fece un grande inchino, e tirando con importanza la tenda, esclamò in italiano:

— Ecco, madame, questo è San Giovanni «pintato» da San Luca! — Noi ci mettemmo a ridere. Quello non era San Giovanni dipinto — voleva così dire con la parola «pintato,» — ma Gesù Cristo steso crocifisso, scolpito e messo su una croce di legno nero... Lara rise schiettamente a quel ricordo; Peppa e Bastiano risero anch’essi, ma per compiacenza, perchè in realtà non trovavano seri motivi di riso in quella storiella.


XXVI.


— Come è scosceso il villaggio di O***! — riprese Lara. — Se si guarda in su, le montagne alte e bianche abbagliano gli occhi, — se si guarda in giù le casette piccole piccole, nere, quasi rovinate, fanno rabbrividire. Io non so come ci si possa vivere!

— Nel mio villaggio, — disse Peppa, chiudendo gli occhi e sorridendo al dolce ricordo del suo pittoresco e simpatico paesello lontano, — nel mio villaggio posto in cima dei monti soffia sempre il vento nel cielo limpido; si vede il mare in lontananza, e... e... oh, come è bello Orusse! — conchiuse non trovando parole per narrarne le meraviglie.

A Bastiano una volta un Logudorese aveva narrato storie spaventose, orribili leggende riguardanti il forte e alto villaggio di Peppa, storie di inimicizie, di tragedie, di fantasmi e di delitti che spesso rinfacciava alla servotta nei loro alterchi; ma quella sera glieli risparmiò, e meglio si accinse a narrare le glorie del suo villaggio di Barbagia, mite, sconosciuto e silenzioso all’ombra dei castagni e degli alti monti nevosi.

— Nel mio paese... — cominciò, e Peppa tosto lo interruppe chiedendo:

— Ci sono signori nel tuo villaggio?... —

— Eh, sicuro! Non sono nativi però. C’è il segretario