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sua anima cambiarsi completamente; sulle prime fu una gioia pazza, febbrile, una misteriosa felicità che la faceva sorridere al ricordo dei tristi tempi passati, che la faceva chiedersi come mai aveva potuto amare o almeno pensare a Nunzio, a quello strano essere pallido e malato dagli occhi riflettenti la tristezza e la morte; mentre esistevano al mondo rosei e forti giovani biondi che realizzavano la larva del suoi castelli neri, dagli occhi il cui smalto scintillante narrava tutte le voluttà della vita! Poi l’assalse una cupa tristezza; una tristezza nervosa, senza lagrime, senza singulti, tutta diversa da quella che lasciava per sempre; non era causata dal ricordo dell’odio di famiglia, nè dal pensiero della povertà di Massimo, ma da una voce segreta che le diceva: perchè pensi a lui, se lui non penserà mai a te?... Che importava quello sguardo e quel sorriso? Forse erasi ingannata, anzi era certa dell’illusione. Massimo non poteva averle sorriso; era assurdo, impossibile, impossibile!...

E intanto quel sorriso le tremolava sempre davanti agli occhi; lo vedeva fra gli splendori del cielo, nel biondo tremolìo delle foglie degli elci, tra il profumo e in penombra dell’altare; lo «sentiva» nel susurro notturno dei boschi, nel trillo delle allodole e dei grilli, nel mormorìo del torrente lontano, le dava una smania, una tristezza ardente e dei pensieri mai più venuti nella sua mente fantastica e appassionata.

Oh, il nemico! il terribile nemico!...

Venne così la domenica, la festa solenne. Non starò a descrivervi questa festa, nè i costumi, nè le bellezze che vi affluiscono da tutti i villaggi circonvicini. La folla era enorme: ad ogni albero stava legato un cavallo, gli organini strillavano sotto il bosco chiamando le ragazze al ballo; all’ombra si erano improvvisate, quasi per miracolo della Madonna, tante botteghe, spacci di dolci, di stoffe, di gingilli, di frutta.

Un «negoziante» appese ad un albero la sua mercanzia di acciaio, sproni, freni, catenelle, e avuto così un magnifico successo, fu in breve imitato da tutti gli altri; verso sera tutti quegli alberi parevano tanti alberi di Natale. E il sole splendeva scintillando sul bosco, e il cielo azzur-