Re di Morven scoscesa; e voi ben giunti
Siate pur suoi guerrieri, illustri figli 55Dell'isola solinga; in feste e canti
Vi starete tre giorni, e tre le belve
Seguirete alla caccia, affin che possa
Giunger la vostra fama alla donzella
Della segreta stanza abitatrice. 60Sì fintamente favellò l'altero
Re della neven 1, e meditava intanto
Di trarli a morte. Nella sala ei sparse
La festa delle conche: avea sospetto
Fingàl di frode, ed avvedutamente 65L'arme ritenne; si sguardàr l'un l'altro
Pallidi in volto i figli della morte,
E taciti svanîr. S'alzan le voci
Della vivace gioja: arpe tremanti
Mandan dolce armonia; cantano i vati 70Scontri di pugna, o tenerelli petti
Palpitanti d'amor. Stava tra questi
Il cantor di Fingallo, Ullinn 2, la dolce
Voce di Cona. Ei celebrò la bella
Vergine della neven 3, e 'l nato al carro 75Signor di Selma: la donzella intese
L'amabil canto, e abbandonò la stanza
Segreto testimon de' suoi sospiri.
Uscì di tutta sua bellezza adorna,
Quasi luna da nube in orïente. 80Le leggiadrìe cingevanla e le grazie,
Come fascia di luce: i passi suoi
Movean soavi, misurati, e lenti
Come armoniche note. Il garzon vide,
Videlo, e n'arse. O benedetto raggio, 85Disse tra sè. Già del suo core egli era
Il nascente sospiro, e a lui di furto
Spesso volgeasi il desïoso sguardo.
Tutto raggiante il terzo dì rifulse
Sul bosco delle belve. Uscì Fingallo 90Signor dei scudi, e 'l tenebroso Starno.
Del giovin prode rosseggiò la lancia
Nel sangue di Gormallan 4. Era già 'l sole
A mezzo il corso suo, quando la bella
↑Starno è qui poeticamente chiamato re della neve, dalla gran quantità che ne cade ne' suoi dominii.
↑Questo è il primo dei cantori di Fingal, ed il suo araldo nelle battaglie. Ne vien fatta spesso onorevol menzione nelle poesie di Ossian.