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canto primo 19

Balzano tutti impetuosamente
D’Inisfela i guerrier. Precede il duce,
Siccome immensa d’oceàn balena,
Che gran parte di mar dietro si tragge.
305Lungo la spiaggia ei va rotando, e a rivi
Sgorga valor. L’alto torrente udiro
I figli di Loclin: Svaran percosse
Lo scudo, e a sè chiamò d’Arno la prole.
— Dimmi, che è quel mormorio dal monte,
310Che par d’un sciame di notturni insetti?
Scendono i figli d’Inisfela, o ’l vento
Freme lungi nel bosco? in cotal suono
Romoreggia Gormàl, prima che s’alzi
De’ flutti miei la biancheggiante cima.
315Poggia sul colle, o figlio d’Arno, e guata
L’oscura faccia della piaggia. Andonne,
Ma tosto ritornò: tremante, ansante
Sbarra gli occhi atterriti, e il cor nel petto
Sentesi palpitar; son le voci
320Rotte, lente, confuse. — Alzati, o figlio
Dell’oceàn, veggo il torrente oscuro
Della battaglia, l’affollata possa
Della stirpe d’Erina: il carro, il carro17
Della guerra ne vien, fiamma di morte,
325Il carro rapidissimo sonante
Di Cucullin figlio di Semo. Addietro
Curvasi in arco, come onda allo scoglio,
Come al colle aurea nebbia: i fianchi suoi
Son di commesse colorate pietre
330Varïati, e distinti, e brillan come
Mar che di notte ad una barca intorno
De’ remi all’agitar lustra e s’ingemma.
Forbito tasso è ’l suo timone, e ’l seggio
Di liscio e lucid’osso: e quinci e quindi
335Aspro è di lancie, e la più bassa parte
È predella d’eroi: dal destro lato
Scorgesi il generoso, il ben-crinito,
Di largo petto, di cervice altera,
Alto-sbuffante, nitritor destriero;
340L’unghia sfavilla, ed i suoi sparsi crini
Sembran quella colà striscia fumosa.
Sifadda ha nome, e Duronallo è l’altro,
Che al manco lato del terribil carro
Stassi, di sottil crin, di robusta unghia,
345Nelle tempeste dell’acciar bollente
Veloce corridor, figlio del colle.
Mille strisce di cuojo il carro in alto
Legano; aspri d’acciar bruniti freni
Nuotano luminosi in biancheggiante