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incorporati insieme, leverà à pieno ogni sospetto, che possa evaporarne lo spirito del Vino, nè che possa esser penetrato, ò succhiato da aria, nè da venti caldi. Siche resti assicuratissimo di haver sempre ottimo vino.
Chi nondimeno volesse maggiormente dilettarsi, & haver da la parte di fuora questi vasi nobilissimamente ornati, ò di pitture, & fantasie varie, ò colorite eccellentissimamente di un qualche colore, ò rosso, ò verde, ò turchino, ò bianco, ò altro. Et che tal colorito, ò pittura li facesse la Vettina, nè più nè meno impenetrabile al pari de la pegola, & de la cera, & anco più, potrà fare di quest’altro modo.
Darà intorno al Vase una mano d’olio di noce, ò di lino bollentissimo. Et perche l’olio di lino precisamente non dia noia col cattivo tuffo, si ci mescoli un’oncia, ò due d’olio di spico. Et si lasci la Vetiina cosi per quattro, ò sei giorni, ò manco tanto che sia sciugata. Poi si ci dia sù l’imprimitura à olio al modo di Pittori. Et finalmente ò si facci dipingere, à dar su quel colore, ò biaco, ò rosso, ò verde, ò turchino che più ti aggrada. Che tal pittura, ò colorimento sarà à punto impenetrabile, come il ferro, non che come il vetro. Et sarà vista, & compariscenza cosi honorata, che se terrai questi Vasi etiam ne la Camera, ove continuamente vivi; non solo non genereranno indegnità, come faria il Barile, o’l Botticello, ma saranno vaghezza, & honorevolezza. Et spero di non essere falso Profeta. Che anco nascerà voglia à li Signori di farsi lavorare di Musaico la parte di fuor a di dette Vettine. Che’l Musaico per la colla grossa che hà sotto, tanto più terrà disensatissi-

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