re: & ogni povero lo potrà con manco spesa havere, & con più facilità, & honorevolezza tenere, che non si hà, ò non si tiene una Botte. Et hà anco questo mio ordegno tutte le conditioni, che à sentirle ti pareano impossibili. Cioè, che tal Botte è incorrottibile. Et fuor che la prima volta, poi in eterno non sarà più bisogno, che tu ci spenda, ad acconciatura, nè a cerchi, nè à doghe, così come è necessario, che tu facci ogn’anno a le botte di legno. Le quali botte di legno contale spesa ti vengono ad essere d’una perpetua usura, & d’una necessaria, & grossa gabella. Che se bene fai il conto, non importa altrettanto il mezo giulio, che tu pagherai per salma, quanto importa la detta acconciatura. Oltre il fastidio di cavare le Botte di Cantina per asciugarle, ò acconciarle, & poi anco per rimetterle di novo; à la quale manifattura ci volea anco più d’un’homo. Et con tutti questi guai, & spese, che duravi in esse, ti si guastava pure il Vino. Et cosi trovi anco vero,che questo mezzo giulio non lo devi mettere à conto di pagamento: percioche lo sconti con quello che avanzi di non havere più à spendere ad acconciare ogn’anno le Botte, & à fartele governare, & levare. et mettere. Trovi similmente vero, che nessuno può usare in fraude del Principe tale specie di Botte, ò ordegno; perche per grossolano che sia l’Officiale del Fisco, in arrivare à una Cantina, subito s’accorge se io ci tengo Botte secondo l’uso, che correa; ò Vettine di terra cotta, secondo la moderna Inventione, che si propone. Et tuttavia quanto anderai più leggendo sin ne l’ultimo rigo questo trattatello sempre andrai scopren-